Le dimissioni del ministro degli Esteri lettone Krišjānis Kariņš

Il ministro degli Esteri lettone Krišjānis Kariņš (Jaunā Vienotība) ha annunciato ieri le sue dimissioni dall’incarico di governo, al termine di un colloquio di un’ora con la primo ministro Evika Siliņa (JV). Le dimissioni hanno origine dall’inchiesta in corso da parte dell’Agenzia anticorruzione e della Procura generale sul vasto utilizzo di voli privati da parte di Kariņš durante gli anni in cui è stato primo ministro, dal gennaio del 2019 al settembre 2023.
Kariņš si dimetterà il prossimo 10 aprile, per consentire alla Saeima, il parlamento lettone, di votare il giorno dopo, 11 aprile, la nomina del nuovo ministro degli Esteri.

Le polemiche sull’uso improprio dei voli privati per partecipare alle riunioni e agli impegni internazionali da parte di Kariņš durano da diversi mesi. Era stato il partito Apvienotais saraksts (Lista unita), a chiedere a Kariņš in parlamento ragione dei 1,3 milioni di euro spesi dal primo ministro in voli charter, anche in occasioni in cui avrebbe potuto utilizzare voli di linea, a cui è seguita poi una forte campagna mediatica, anche quando Kariņš, dimessosi in estate dalla carica di primo ministro, è diventato ministro degli Esteri.
La posizione dell’ex primo ministro si è fatta però particolarmente difficile dopo le indagini avviate della Procura generale, che ha poi deciso di affidare l’inchiesta all’Agenzia per la prevenzione e la lotta alla corruzione (KNAB) per un possibile procedimento penale. Le indagini della Procura erano state precedute anche da un’inchiesta avviata dalla Corte dei conti.

Le indagini della Procura e della KNAB hanno spinto anche il partito di Kariņš a prendere le distanze dall’attuale ministro degli Esteri. In una sessione a porte chiuse, a cui era stato invitato anche Kariņš che però non si è presentato, il partito ha discusso la posizione da tenere nei confronti dell’ex primo ministro. Una delle opzioni discusse era quella della richiesta di dimissioni, anche se il partito ha lasciato l’ultima parola alla primo ministro Siliņa, che nel frattempo ha istituito una commissione di ispezione per valutare le circostanze indicate dalla procura, le azioni e la responsabilità dei funzionari coinvolti.

Durante i suoi quattro anni di mandato Krišjānis Kariņš ha effettuato 36 viaggi all’estero con aerei privati, che sono costati più di 1,3 milioni di euro, di cui più di 600.000 provenienti dalle casse statali e più di 700.000 euro finanziati dall’Unione Europea. In molti casi i voli sono serviti a far sì che Kariņš potesse tornare in Lettonia venerdì sera, prima del fine settimana. Kariņš ha sempre giustificato l’utilizzo di voli privati, con la necessità di rappresentare la Lettonia in ambito internazionale e nello stesso tempo per poter operare un’efficace pianificazione dei tempi, dato che il primo ministro deve occuparsi anche delle questioni di politica interna parallelamente a quelle di politica estera.

Kariņš, che fino ad ora, aveva sempre escluso la possibilità di dimettersi a causa dell’inchiesta sui voli privati, è candidato nelle liste di Jaunā Vienotība alle prossime elezioni europee, e ha a lungo conteso il posto di capolista all’attuale commissario europeo Valdis Dombrovskis.

Krišjānis Kariņš è stato uno dei fondatori del partito Jaunais laiks, che è poi confluito in Vienotība. Dal 2004 al 2006 ha ricoperto il ruolo di ministro dell’Economia, mentre dal 2009 al 2019 è stato eurodeputato. Dal gennaio 2019 al settembre 2023 ha assunto la guida di due governi, nella passata e nell’attuale legislatura. Dal settembre 2023 è ministro degli Esteri nel governo guidato da Evika Siliņa.

La reazione della premier e il possibile nuovo ministro degli esteri
La primo ministro Evika Siliņa ha dichiarato che è stato lo stesso Kariņš a prendere la decisione di dimettersi. Siliņa in un breve incontro con la stampa, ha sottolineato che Kariņš ha agito come è giusto per un politico occidentale, in modo da eliminare ogni ombra di dubbio sull’attuale situazione relativa ai voli privati, e consentire lo svolgimento delle indagini.
“Credo che Krišjānis Kariņš abbia lavorato in buona fede come ministro degli affari esteri, abbia rappresentato molto bene gli interessi della Lettonia sia nell’Unione europea che nella NATO”, ha aggiunto la primo ministro.
Siliņa ha dichiarato ai media che non ha ancora in mente un candidato per il posto di ministro degli Esteri. Fra le possibili candidature sembra emergere al momento quella dell’attuale vice presidente della Saeima Zanda Kalniņa-Lukaševica (JV), che è già stata segretario parlamentare per il ministero degli Esteri dal 2014 al 2022.

La primo ministro ha anche confermato che Kariņš manterrà la sua candidatura alle elezioni europee per JV: “Si metterà a disposizione degli elettori, in modo che siano loro a valutare i suoi comportamenti come politico, assumendosi la responsabilità.”
Siliņa ha augurato al ministro degli esteri dimissionario di rimanere attivo e responsabile nel panorama politico lettone, ma in questo momento Kariņš non gode di grande popolarità nell’opinione pubblica lettone e la sua candidatura alle Europee potrebbe rappresentare un problema per Jaunā Vienotība.

FOTO: RADEK PIETRUSZKA | EPA