Chi c’è dietro Linderman? Chi ha davvero finanziato il referendum sul russo?

Il capo della Polizia di sicurezza lettone a LTV ammette i sospetti sui partiti russofoni  Saskaņas centrs e PCTVL, per fini di politica estera russa


Ma chi c’è dietro l’organizzazione del referendum? In molti in Lettonia se lo sono chiesti e se lo chiedono anche dopo la chiusura delle urne e il grande risultato a favore dei no alla lingua russa seconda lingua ufficiale del paese.

Un’inchiesta del programma di LTV1, la tv pubblica lettone, “De Facto” ha rivelato notizie interessanti sulle indagini tuttora in corso da parte della Drošības policija (Polizia di Sicurezza).

Chi c’è dietro Linderman?

Secondo il capo della DP lettone, Jānis Reiniks intervistato da LTV1, Vladimir Linderman e Evgenij Osipov, i due leader di Dzimtā Valoda (lingua madre), che ha organizzato la raccolta di firme per il referendum e condotto la campagna elettorale per i sì al russo ufficiale, sarebbero semplicemente i prestanome dietro cui si celano i veri organizzatori e finanziatori del referendum sul russo.

Jānis Reiniks a De Facto ha rivelato che il principale nome su cui si indirizzano le indagini su chi sta dietro a Linderman e Osipov sia quello di Aleksandr Gapoņenko, altro personaggio legato a Dzimtā Valoda ma che collegherebbe, secondo quanto sostiene il capo della DP a LTV, l’organizzazione del referendum anche ai due partiti russofoni presenti nel panorama politico lettone, Saskaņas centrs e PCTVL (il primo è il partito di maggioranza relativa del paese, il secondo il partito dell’estrema sinistra russa, che è rimasto fuori dalla Saeima nelle ultime elezioni).

Gli interessi della politica estera russa.

Reiniks a LTV ha anche ammesso i sospetti della Polizia di sicurezza che il denaro raccolto per l’organizzazione del referendum sia legato a partiti e gruppi interessati a usare la questione linguistica e nazionalistica russofona all’interno della Lettonia a vantaggi dei fini di politica estera del Cremlino.
Reiniks ha però chiarito che finché la Polizia di Sicurezza lettone non avrà in mano i dati sui bilanci e i finanziamenti usati da Dzimtā Valoda durante la campagna referendaria non potrà fornire indicazioni precise al riguardo.
L’ambasciatore a Riga Veshnjakov ha negato risolutamente ogni coinvolgimento della Russia nell’organizzazione del referendum bollando come speculazioni politiche i riferimenti al riguardo. L’ambasciatore russo ha anche affermato di non aver mai conosciuto Linderman, anche se ha ammesso di aver incontrato qualche volta Osipov

Solo a fine marzo i bilanci di Dzimtā Valoda 

La legge lettone infatti non prevede finora controlli preventivi sui finanziamenti alle campagne referendarie, ma solo posteriori, con la presentazione delle spese e dei bilanci degli organizzatori. Solo a fine marzo  Dzimtā Valoda presenterà alla DP i propri bilanci, e solo allora si potrà avere un quadro preciso sulle risorse e le persone che sono state dietro alla campagna di Linderman. Reiniks ha affermato che secondo gli esperti sentiti dalla DP, solo per la campagna pubblicitaria sui media, i referendari avrebbero speso almeno 100 mila lats, una somma ragguardevole specie considerando le piccole donazioni di cui finora ha parlato Linderman.

Bērziņš: necessario cambiare la legge sui referendum

Anche il presidente lettone Andris Bērziņš, intervistato ieri sera dal telegiornale pubblico Panorama, è intervenuto sulla vicenda dei finanziamenti al referendum, ribadendo la necessità che sia messa a punto al più presto una legge per rendere trasparenti i finanziamenti e gli organizzatori che stanno dietro ad un’iniziativa referendaria.

Materiale tratto da LTV1, Diena.lv, Delfi.lv, Apollo.lv

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